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brano
 
Apuleio
Metamorfosi (l'asino d'oro), I, 15
 
originale
 
[15] Et "Heus tu, ubi es?" inquam; "valvas stabuli absolve, antelucio volo ire." Ianitor pone stabuli ostium humi cubitans etiam nunc semisomnus: "Quid? Tu" inquit "ignoras latronibus infestari vias, qui hoc noctis iter incipis? Nam etsi tu alicuius facinoris tibi conscius scilicet mori cupis, nos cucurbitae caput non habemus ut pro te moriamur." "Non longe" inquam "lux abest. Et praeterea quid viatori de summa pauperie latrones auferre possunt? An ignoras, inepte, nudum nec a decem palaestritis despoliari posse?" Ad haec ille marcidus et semisopitus in laterum latus revolutus: "Unde autem" inquit "scio an convectore illo tuo, cum quo sero devorteras, iugulato fugae mandes praesidium?" Illud horae memini me terra dehiscente ima Tartara inque his canem Cerberum prorsus esurientem mei prospexisse. Ac recordabar profecto bonam Meroen non misericordia iugulo meo pepercisse, sed saevitia cruci me reservasse.
 
traduzione
 
?'Ohil?, dove sei?' cominciai a gridare, 'aprimi il portone, che voglio andarmene prima di giorno.' ?II portinaio che era disteso giusto dietro l'uscio della locanda, mezzo addormentato mi fece: 'Ma come? Vuoi metterti in cammino a quest'ora di notte? Non sai che le strade sono infestate dai briganti? Se hai scelto di morire perch? hai la coscienza sporca io non sono mica tanto, grullo da fare la stessa fine per causa tua.' ?'Tra poco ? giorno,' gli risposi 'e poi, ch? cosa possono prendergli i briganti a un viandante cos? al verde come me? Ma ti rendi conto, balordo che sei, che nemmeno dieci campioni di lotta possono spogliare uno che ? gi? nudo?' Ma quello, voltandosi dall'altra parte, morto di sonno e intontito com'era, mi rimbecc?: 'E che ne so io se tu non hai scannato il tuo compagno di viaggio col quale sei giunto ier sera, ed ora cerchi di metterti in salvo?' ?Allora s? che la terra mi parve spalancarsi sotto i piedi e io precipitare gi? fin nel Tartaro in bocca all'affamato Cerbero; e capii che la buona Meroe non per misericordia aveva risparmiato la mia gola ma per riservarmi, nella sua ferocia, alla croce.
 

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